Dr.ssa Serena Rizzo

Psicologa – Psicoterapeuta

La mia esperienza professionale si forma prevalentemente in ambito clinico-ospedaliero, quando, nel 2008 io e una mia collega diamo il via alla alla creazione dell’ambulatorio di neuropsicologia clinica nel reparto di Neurologia dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, servizio che, nel giro di pochi mesi, diviene tra più fruiti e richiesti nel territorio di riferimento sanitario campano.

Quale psicologa di reparto, mi occupo prevalentemente della presa in carico di colloqui clinici e neuropsicologici, avvalendomi dell’intero impianto di batterie testologiche, fondamentali per effettuare diagnosi di tipo neuropsicologico indirizzate a bambini, adulti ed anziani, e ,al contempo, di percorsi individuali Psicologici.

Ciò che mi ha permesso di essere parte attiva di questo processo è la pregressa esperienza nei diversi distretti di Salute Mentale della Campania e in particolare nel Dipartimento di Salute Mentale loco in Sorrento, periodo di fondamentale importanza per l’avvio della mia futura formazione e carriera in ambito cilinico-psicologico.

Tali esperienze confluiscono nella mia formazione in Psicoterapia, la quale mi vede specializzarmi in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale presso la sede di Napoli.

Questo approccio intende l’equilibrio come senso di completezza e realizzazione personale, attraverso la conoscenza di se stessi. Infatti è proprio l’attivazione di una conoscenza profonda di sé e di tutti i meccanismi sottostanti, a rappresentare lo strumento principale di questo tipo di psicoterapia.
Tale processo può avvenire solo  attraverso la scoperta consapevole di se stessi, della propria storia, del perché del ripetersi di alcuni atteggiamenti. Grazie ad una costante scoperta guidata si intraprende così un viaggio introspettivo che paziente e terapeuta compiono insieme, viaggio in cui entrambe le figure risultano fondamentali per la riuscita e il raggiungimento degli obiettivi terapeutici.
L’orientamento  cognitivo costruttivista valuta come essenziale la soggettività dei pazienti.
Infatti la metodologia cognitiva mette al centro l’esperienza e l’espressività del paziente, conferendogli massima importanza, ed è rivolta direttamente alle manifestazioni sintomatiche (problemi, disagi transitori ,esperienze, dubbi), cogliendone aspetti significativi per la soggettività del paziente (Perché tale sintomo? Che rapporto ha con la mia dimensione soggettiva? Che relazione esiste tra il mio sintomo e l’immagine che ho di me stesso?).
Infatti la conoscenza di sé, grazie all’attivarsi di una costante curiosità circa se stessi, dà il via al cambiamento terapeutico, inteso non come lo strutturarsi di una nuova personalità, bensì come lo scoprirsi incessante , attraverso l’emergere di risorse, caratteristiche, potenzialità, presenti da sempre nel soggetto, ma non ancora mai attivate, esperite.
Quello che prende forma e sostanza nella “stanza del terapeuta” diventa poi terreno di sperimentazione fuori, nella vita di tutti i giorni.
Il percorso di conoscenza di se stessi assume importanza in relazione al modo in cui è stata raggiunta nell’ ambito terapeutico e viene poi arricchita e impiegata al di fuori dello stesso, nel contesto quotidiano, risultando quindi estremamente efficace in termini di risoluzione definitiva del disagio.
Questo tipo di psicoterapia, riprendendo la metafora a me tanto cara del viaggio, mette in primo piano il ruolo dell’incontro interattivo tra due persone, uniche e irripetibili, che concorrono alla selezione, condivisone e rielaborazione dei temi di vita del paziente.